mercoledì 8 agosto 2007

Minimetropoli 2000

Caldo torrido.
Firenze in questo periodo è inaccessibile...
Stasera ho finito presto. Posso andare a casa per l'ora di cena.
Il concerto di Baglioni può fare a meno di me... stasera.
Mi fermerò al supermercato a comprare qualcosa di sfizioso per cena.
Poi una candela, si. Accenderò una candela ed aprirò un buon chianti.
Sento la temperatura che cambia attraversando la campagna fiorentina.
Adesso, all'altezza di Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio... Prato.
Il vento mi carezza il volto. Tengo il casco aperto per questo.
Aria serale di agosto inoltrato.
La mia piccola città mi offre già le sue luci.
Luci da minimetropoli.
Accendo il gas, un bel filetto scottato...
Hanno della buona carne in quel supermercato.
Il palazzo è deserto. Tutti in ferie.
Ero abituato ad andare in ferie d'agosto ma quest'anno non è stato possibile... troppo lavoro.
Accendo la candela... le ultime notizie del tg mi disorientano un po'.
Questo filetto è meraviglioso. Sorseggio un buon Antinori d'annata.
Incendi al sud? Che novità.
Una sigaretta poi laverò i piatti...
Non sopporto i piatti sporchi nel lavandino. Una mania, lo so. Mi prendono in giro per questo.
Pulizia dentale, doccia, profumo...
Mi getto nella mia minimetropoli.
Avanti, piccola, vediamo cosa hai da offrirmi, stasera.
Lascio la moto in garage e prendo la macchina.
Imbocco via Bologna...
...quanto è lunga questa strada... porta fino a Bologna attraverso il valico appenninico...
Svolto a destra... non devo arrivare fino a Bologna...
Il ponte Datini sul fiume Bisenzio... guarda quante palafitte sul fiume e quanta gente...
Allora tanti sono rimasti in città ed escono solo la sera...
Vorrei viverti di più, mia piccola...
Pressi della stazione. La cosa si fa interessante ma ho una certa vergogna, lo ammetto.
Non è da me ma... vediamo cosa hai da offrirmi...
Stasera voglio viziarmi... accendo una sigaretta e musica a medio volume...
Perfetto, Morcheeba, il primo album...
Sterzo verso via Firenze...
Prostitute ad ogni angolo e di tutte le razze.
Buona sera, ragazze, e buon lavoro.
Incrocio viale della Repubblica... Qui escono fuori tutti i giovani diplomati dell'Istituto Tecnico Industriale "Buzzi"...
Figli di papà che vivono dell'eredità familiare e... stracci e ancora stracci...
Questa città meriterebbe di più, un pò più di cervello... ma non posso odiarla per questo.
Stasera mi devi fare compagnia, bella.
E' la mia serata. Sento che lo è.
Scorro lungo l'argine del fiume. Mi abbagliano. Ancora mi abbagliano.
Linguaggi...
Cosa dovrò fare? Non si deve vedere che non capisco...
Altra vergogna.
Adesso dove sono? Non conosco bene questa parte della città. Hanno aperto una strada qui e...
Maremma! Adesso è senso contrario. Devo tornare indietro e rifare questa strada...
Accendo una sigaretta ed apro il finestrino a metà... non mi devo esporre troppo...
Auto grigia... vista.
Auto rossa... vista.
Ci si deve guardare dai finestrini?
E perchè abbassa lo sguardo? Luccica una fede.
Capito.
penseranno di me che sono uno snob, che ho gusti sofisticati...
Accelero.
Noto che le più gettonate sono le auto rombanti.
capito.
Accelero ancora di più.
Grazie mia piccola città. Mi hai emozionato stasera e...
Semaforo rosso.
Una 500 blu.. non la vecchia 500. L'orribile, nuova, 500 degli anni '90.
Come hanno potuto fare una macchina simile..
Abbasso il finestrino...
...
...
Domani 12 ore di lavoro ma...
...
...
Grazie, minimetropoli.
L'estate più bella che mi potevi regalare.

martedì 7 agosto 2007

Dissolvenza

Un posto dove vorrei vivere...















Una baracca sul mare...
Va benissimo...















Un saluto a tutti...
Ma che fa?
Parte o resta?






















Arriva il momento in cui...
... si può fare... si potrebbe fare...
Dissolvenza.







lunedì 6 agosto 2007

Germogli sempreverdi...


Presunzioni...

Vorrei essere nudo, senza peli, assolutamente glabro
fra pareti metalliche e un oblò per guardare fuori,
oltre questo mondo che è il mio.
Vorrei essere grigio, senza sfumature, assolutamente monocolore
mentre osservo i colori del cielo da una finestra, fuori,
oltre questo mondo che è il mio.
Vorrei essere freddo, senza pelle che trasuda, assolutamente vellutato,
per sfiorare strade e palazzi
oltre questo mondo che è il mio.
Vorrei avere una mente neutra, assolutamente sterile
mentre ascolto i discorsi della gente
e rido di questo mondo che è il mio.
Così mi ritrovo vestito, in battaglia con peli e sudore...
Colorato di colori sgargianti...
Caldo da metabolismo accelerato...
Contaminato da pensieri e responsabilità
...
...
Infine che farò di me?
Cercherò di essere impeccabile con la parola...
Cercherò di non prendere nulla in modo personale...
Cercherò di non supporre nulla...
Cercherò di fare sempre del mio meglio...
E porterò via il passato, ogni momento che passa...
Eliminare la parte morta.
Risanare la pelle, lentamente...
Qualcuno la accarezzerà e ne resterà estasiato
Tanto da farmi sentire l'angelo che non sono.

mercoledì 1 agosto 2007

15 sigarette

Pagina bianca.
Vorrei ritrovare quegli stimoli, quelle idee che di getto mi fuoriuscivano dalla mente trasformandosi in parole.
Passa tempo, lentamente.
Il pc si scaricherà.
Accendo una sigaretta.
Tecnicamente potrei farlo. Ma non è sufficiente.
La parola deve trasmettere anche un senso o, ancor meglio, una emozione.
La tv manda immagini senza audio e una zanzara tigre mi sta torturando.

Scena I
Una donna anziana è seduta su una sedia al centro del palcoscenico; un’altra donna più giovane le sta pettinando i capelli grigi…

No. Non è il mio testo.
Spengo la sigaretta.
Devo prendere le mie gocce ma ho bevuto poco fa del vino. Meglio aspettare ancora un po’.

Scena I
Due uomini completamente rasati e vestiti solo in mutande sono seduti al centro del palcoscenico uno di spalle all’altro; la scena è completamente rivestita di pareti metalliche; alla sinistra del palcoscenico, dal punto di vista dello spettatore, un oblò, unica via di accesso visivo oltre la stanza…

Era una buona idea. Non ricordo più dove ho messo il manoscritto di prova.
Piaceva.
Ma per orgoglio non l’ho mai terminato.
Quante volte l’orgoglio mi ha fregato.
Accendo una sigaretta.
“Il tuo medico o il tuo farmacista possono aiutarti a smettere di fumare”.
Non ne ho assolutamente intenzione.

Scena I


Spengo la sigaretta.
Il supporto di un’immagine dovrebbe aiutarmi, adesso.
Ma anche la parola deve stimolare delle immagini. Non devo arrendermi a questa tentazione.



Scena I


Scena I


Accendo una sigaretta.
“Il fumo uccide”.

…un ragazzo a sinistra del palcoscenico, dal punto di vista dello spettatore, in pigiama, seduto su un letto d’ospedale ; un altro ragazzo alla destra del palcoscenico sta facendo ginnastica con attrezzi da palestra; il ragazzo guarda fuori da una finestra

Gigli!
Sono gigli bianchi.

Si commuove e si siede sul letto…

Spengo la sigaretta.
Devo prendere le mie gocce. Adesso è passato abbastanza tempo.
Una, due, tre,… sei,… otto,… dieci.
Il pc… 80% di carica
Vediamo un po’.
Dovrei rileggermi tutti i miei appunti archiviati per data e anno.
Ma cadrei di nuovo nella trappola della tecnica.
Accendo una sigaretta.
“Il fumo ostruisce le arterie e provoca infarti e ictus”.
Mio padre. Già, sono soggetto ad ictus.
Basta non rimanere a letto immobile.

Scena I
Buio sulla scena. Si sentono rumori di passi affaticati che salgono scale; rumore di chiavi alla serratura di una porta; si apre una porta alla destra del palcoscenico e la luce delle scale illumina parzialmente la stanza di un monolocale; una mano spalanca la porta e afferra dei sacchetti da terra; entra una donna che si intravede a malapena con la luce alle spalle; si dirige verso un tavolo al centro del palcoscenico dove poggia i sacchetti poi si dirige verso una cassettiera accanto alla porta ed apre un cassetto; trova una candela, la poggia sulla cassettiera e la accende…

Spengo la sigaretta.
Una donna, si. E’ di una donna che devo scrivere. I personaggi che mi riuscivano meglio.
Adesso ci siamo.



Accendo una sigaretta.
“Il fumo danneggia gravemente te e chi ti sta intorno”.
Un modo per starmi lontani.
Personaggi costretti a pensieri ed azioni eccessive. Costretti a sopravvivere.
Spengo la sigaretta.
Fin dove può arrivare l’immaginazione.
Il pc… 60% di carica.
Non ho voglia di attaccare la spina.
Riecco la zanzara tigre.
Alla tv un documentario, penso.
Accendo una sigaretta.

Scena I
Una ragazza poggiata ad una quinta; fissa una porta sul fondo scena; è visibilmente vestita da sera e ben pettinata; guarda l’orologio e si volta di scatto verso uno specchio alle sue spalle; si ritocca il rossetto con le dita e si stira i capelli ai lati del volto; si poggia di nuovo alla parete ed assume pose sexy come prove; poi si dirige di scatto verso la parete opposta del palcoscenico dove si trova un tavolino con due bicchieri ed una bottiglia; si versa da bere e beve d’un fiato; torna verso la parete opposta e, asciugandosi le labbra, si poggia di nuovo alla parete; passano alcuni minuti di silenzio; la ragazza guarda l’orologio e si guarda di nuovo allo specchio; si poggia di nuovo alla parete

Adesso eri qui.
Perché proprio a noi…

Spengo la sigaretta.
Accendo una sigaretta.
Spengo la sigaretta.
Accendo una sigaretta.
Spengo la sigaretta.
Ti voglio già bene, tesoro.
Sei triste ma non ti arrendi.
Accendo una sigaretta.
Spengo la sigaretta.
Una birra. Cosa farà mai una birra con le mie gocce?
Eri bella e i segni del tempo vanno già nascosti.
Hai ancora tempo ma non vedi altra via di scampo.
Accendo una sigaretta.
Spengo la sigaretta.
Continui ad aspettare, a sperare. Ti aggrappi a quei momenti di vita vissuta.
E la vita ti è scivolata dalle mani.
Accendo una sigaretta.
Spengo la sigaretta.
Ma tu questo lo sai.
Accendo una sigaretta.
Spengo la sigaretta.
Adesso ti spogli lentamente. Ti strucchi lentamente. Torni al tavolino e bevi di nuovo.
Accendo una sigaretta.
Spengo la sigaretta.
Prepari gli abiti per il giorno successivo.
I tuoi rituali quotidiani.
Accendo una sigaretta.
Spengo la sigaretta.
Ti lavi i denti. Indossi la vestaglia preferita. Vai verso il letto e ti fermi.
Accendo una sigaretta…



Qui, dove mi hai amata e dissanguata.


La sigaretta si è consumata da sola sul posacenere.
Adesso sei viva.
Ti penso e dico che mi hai fatto fumare 15 sigarette.